Comune affacciato sul lago Verbano, Minusio occupa una posizione intermedia nel comprensorio del distretto di Locarno, rappresentando un polo di riferimento per la varietà degli ambienti particolarmente suggestivi che si offrono al visitatore, oltre che per la completezza dei servizi diretti alla popolazione.

Le origini

 

Ricco di tradizioni storiche, culturali e sociali, con origini che risalgono all'epoca pre-romana e romana, Minusio si è costantemente sviluppato ampliando le proprie autonome infrastrutture e assumendo, dal carattere originariamente paesano, una connotazione essenzialmente turistico/residenziale.

Il lungolago

 

Un'apprezzata strada pedonale/ciclabile attraversa il comprensorio comunale lungo la riva del lago, incrociando tra le foci dei torrenti Fontile e Navegna il monumento storico e artistico della Cà di Ferro, massiccia costruzione dall'aspetto perfino misterioso, in origine castello/caserma di soldati mercenari e residenza signorile.

Più avanti, a Rivapiana, sulla rupe prospiciente il lago, domina la chiesa dedicata a San Quirico con la sua torre campanaria di stile romanico (sec. XV).

Infrastrutture

 

Dotato di due porti comunali, l'ultimo di recente realizzazione con 185 posti natanti, di un Centro sportivo e ricreativo nella frazione di Mappo, zona di partenza dell'omonimo tunnel di circonvallazione dell'agglomerato Locarnese, Minusio rivolge un'attenzione particolare alla cultura: con un proprio museo / centro culturale presso l'Elisarion promuove, sotto il patrocinio del Comune, un ricco e variegato programma di manifestazioni culturali, concerti, conferenze, incontri, spettacoli teatrali ed esposizioni.

I monti

 

Salendo invece sui sentieri verso la montagna di Cardada si raggiungono numerosi luoghi che offrono punti di vista irripetibili sul bacino del lago Maggiore.

L’asinello

 

L’asinello in bronzo, copia dell’opera in graniglia eseguita dallo scultore Wilhelm Schwerzmann nel lontano 1936.

 

Il grazioso quadrupede simboleggia il soprannome affibbiato una volta ai Minusiesi, così come era uso fare con gli abitanti di ogni località del Cantone.

 

Secondo un’interpretazione benevola il nomignolo ricorderebbe il grande impiego di asinelli da parte dei nostri agricoltori per portare il grano nelle disagevoli viottole, sino ai mulini della Roggia Molinara.